Inaugurata la mostra che racconta la nascita Dob-Aido


Nell’ambito delle numerose iniziative e manifestazioni organizzate dalla Sezione Provinciale AIDO di Bergamo e da AIDO Regione Lombardia per ricordare la nascita della DOB nel novembre 1971 dalla quale si generò alcuni mesi dopo, nel febbraio del 1973, AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi, divenuta infine Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule) è stata allestita una mostra fotografica presso l’aeroporto di Orio al Serio.
Questa mostra verrà successivamente ripresa in altri importanti punti di incontro della città e della provincia di Bergamo. «La foto più significativa, in un contesto di ‘racconto’ fotografico di grande pregio – ha spiegato, introducendo i lavori, il Presidente Regionale AIDO Lombardia, Corrado Valli – è quella di una donna, che ha ricevuto un organo e che grazie a questo dono ha potuto continuare a vivere dando a sua volta origine ad un’altra vita, perché mamma di un figlio. Guardando in particolare il suo sguardo, si capisce la forza del grande messaggio di AIDO e il senso della mostra fotografica inaugurata all’interno dell’aeroporto di Orio al Serio».
I passeggeri in transito dallo scalo bergamasco hanno potuto ammirare questa mostra per due mesi dalla sua inaugurazione, avvenuta il 30 giugno scorso, per passare da settembre a ottobre all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo e infine nell’atrio del Palazzo della Provincia negli ultimi due mesi dell’anno. Oltre a mettere in evidenza la strada percorsa dal sodalizio dalla sua nascita nel 1971 ad oggi, la mostra vuole continuare a far maturare nei singoli la consapevolezza, anche in questo periodo di pandemia, dell’importanza del dono e rendere sempre più presente l’AIDO nel tessuto sociale.
In breve, la cronaca: gli onori di casa sono stati fatti dal presidente di ‘Sacbo’ Giovanni Sanga che ha sottolineato come, «nonostante le difficoltà del momento, abbiamo fatto il possibile per accogliere l’evento, condividere il percorso di questo 50° e dare la giusta importanza all’Associazione e in particolare a Bergamo che ha dato molto in termini di alta dirigenza alla sua guida».
«Una mostra – ha spiegato ancora il presidente regionale Corrado Valli – che ha due linee e due direttrici: quella del ricordo, scavando nella nostra memoria, per comprenderne le fasi evolutive e le persone che hanno contribuito a fare grande AIDO e quella divulgativa che ci ricorda la nostra finalità: quella di far conoscere i messaggi di solidarietà, disponibilità e apertura all’altro affinché, il bene prezioso della vita, possa proseguire grazie a noi, anche dopo quando noi non ci saremo più».
La Presidente provinciale Monica Vescovi, sempre attenta a riconoscere l’impegno silenzioso e insostituibile dei volontari dell’Associazione, ha ringraziato per l’ospitalità e presentato i prossimi appuntamenti relativi ai festeggiamenti del 50° precisando come «dietro a noi dirigenti ci siano tanti volontari, donne, uomini e giovani, che lavorano in silenzio e che rendono possibile tutto questo. A loro va il mio grazie e il nostro applauso».
Il Presidente della Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli ha portato il suo saluto oltre che il ringraziamento per quanto AIDO ha fatto e sta facendo per la comunità: «Un lavoro prezioso, silenzioso, tipico di noi bergamaschi, ma importante per sensibilizzare alla donazione, incoraggiando i dirigenti AIDO ad ogni livello a proseguire con forza e determinazione l’impegnativo lavoro della sensibilizzazione, della diffusione della cultura della donazione».
Invitato da Valli a prendere la parola, il dott. Franco Ferri, Responsabile provinciale del Coordinamento Trapianti con sede presso l’ASST Papa Giovanni XXIII, ha sottolineato: «Il nostro è un grande ospedale dove si fanno tanti trapianti e quindi dove la speranza segue al dramma della morte di un paziente: una sconfitta, sempre, per ogni medico. Oggi vediamo sì, ancora e sempre, una sconfitta e tanta tristezza, ma sempre maggiori certezze e speranze per chi, solo grazie al trapianto, può trovare una possibilità di rinascita».
Presenti quali ‘ospiti speciali’ anche: Roberto Pozzi, Omnessanti Offredi, Rodolfo Rota e Giacomo Gotti che, nel 1971 furono tra i primissimi ad affiancare Giorgio Brumat nell’impegno per la nascita e la radicazione sul territorio della DOB, un’Associazione prepotentemente innovativa per quanto proponeva a quei tempi, in assenza totale di leggi a sostegno della donazione e del trapianto.
La conclusione è stata affidata al cav. Leonida Pozzi, storico esponente di AIDO, il quale, dopo averne narrato la nascita, ha rimarcato come il lavoro di sensibilizzazione dell’associazione sia rivolto verso il prossimo che soffre al quale la solidarietà, la scienza, la medicina, possono ridare serenità e vita. «Ho avuto 23 anni fa, in dono, un fegato nuovo. Mai, quando ho iniziato a servire l’AIDO da dirigente provinciale e regionale, mi sarei aspettato che un giorno sarei stato io stesso beneficiato. Me l’ha donato una donna di 46 anni che con il suo gesto ci ha fatto vivere in cinque. Ho fatto, grazie a lei, 23 anni di vita bellissima, stupenda, e sono qui a testimoniarla grazie a meravigliosi medici e ai tanti sanitari che in silenzio, si dedicano ai prelievi e ai trapianti. Posso dire che da allora la presenza di AIDO all’interno dell’Ospedale, con la sua azione di collaborazione, di stimolo e aiuto con anche borse di studio e tanto altro, ha contribuito a far diventare l’Ospedale di Bergamo un’eccellenza europea. Guardando queste fotografie, il pensiero corre ai primi anni di vita, alle difficoltà che si incontravano quando la gente sentendo parlare di donazione, addirittura faceva gestacci. Oggi la comunità di Bergamo è un patrimonio della società, ricca di volontariato puro, sincero con la voglia di aiutare gli altri e con la soddisfazione di coricarsi la sera dicendo ‘Oggi la mia giornata è stata riempita dalla consapevolezza di aver tolto la sofferenza a qualcuno’».
L.C. e M.D.